Archivio mensile:agosto 2011

In fondo in fondo sono un privilegiato…

Oscar Wilde ha detto: “E’ meglio aver amato e perso che non aver amato mai”.
In un film il protagonista rispondeva “Si, provaci” a quello che gli citava la frase cercando di consolarlo per la perdita della moglie.
Ho sempre pensato che avesse ragione a rispondere così: il dolore devastante che si prova con una perdita così non lascia spazio nemmeno al respiro, figuriamoci ai sogni.

Ora mi sto rendendo conto che invece, in fondo, sono un privilegiato: ho potuto condividere quasi 23 anni della mia vita con una persona che ha dato senso alla mia vita. Sarebbe stato meglio non averla amata? No, non credo proprio: avrei perso la parte migliore della mia vita, tutte quelle parti della mia vita alle quali tengo di più e che hanno fatto di me quello che sono.

Si, ora posso dirlo: è meglio aver amato e perso che non aver amato mai.

Il dolore rimane comunque, ed anche lui è parte di me, anche questo dolore ha costruito quello che sono ora, e quello che sarò.

Goditi la tua incertezza!

 

Prova ad uscire veramente da solo, lascia i tuoi pensieri a casa. Vivi ogni passo come un viaggio, che inizia e finisce, e vivi delle sensazioni di quel passo. Alla fine di tutti quei viaggi ti sentirai molto più leggero perchè sarai finalmente stato solo con te stesso e non ti sarai portato dietro tutte quelle persone che tu pensi si aspettino qualcosa da te.
La certezza e l’incertezza sono due cose enigmaticamente simili ed opposte. Quando hai una certezza è solo una tua convinzione perhè non esiste mai la certezza che le cose saranno ed andranno come crediamo. L’incertezza è molto più obbiettiva.
Qual’è uno dei concetti più profondi che credo siano esistiti a questo mondo? La “consapevolezza aristotelica”, sapere di non sapere. Ed è effettivamente l’unica certezza che possiamo avere: la certezza di non avere alcuna certezza.
Le certezze ci imprigionano in gabbie che non sono nostre, e nel momento in cui le cose non vanno come eravamo certi che dovessero andare noi ci sentiamo falliti. Ma mica dipende tutto da noi!
E allora, goditi la tua incertezza! Ti da la possibilità di ascoltarti e di capirti. Il tuo solo compagno sei tu, chiunque condivida con te un certo percorso ed un certo periodo, non è detto che lo faccia per sempre: può darsi che debbano essere esperienze temporanee che devono esaurirsi nel giro di tanto o di poco.

Mi sto facendo prendere un po’ la mano ;-)

Sull’onda dell’entusiasmo e degli interessi differenti ho preparato altri due blog, uno sulla fotografia ed uno sul Reiki, raggiungibili tramite i due link nella barra di sinistra 🙂

Chssà se poi troverò il tempo di seguirli tutti? Spero di si!

Indegnità

In questo periodo in cui ci vengono chiesti sempre maggiori sacrifici per tentare di “risanare” la situazione dell’Italia, mi sembra veramente indegno ed offensivo ascoltare le posizioni dei calciatori che non vogliono pagare il “contributo di solidarietà” o che vogliono “scioperare” per il rinnovo del contratto e sentire di Heto che se ne va in un remoto stato asiatico prendendo 20 milioni di Euro!

Io credo che tutto questo sia semplicemente dovuto alla stupidità e debbenaggine di tutti quegli italiani che fanno del calcio la loro ragione di vita, ne sento ogni giorno in ufficio di gente che dice “abbiamo vinto” oppure “abbiamo giocato” o anche “se voi non aveste comprato il tal dei tali ora sareste in fondo alla classifica” o addirittura che spiegano come andrebbe gestita la squadra, toglietegli dalle tasche i soldi per mangiare che tanto non si accorgono ma lasciateli vivere di calcio!

Il calcio è tranquillamente paragonabile ai giochi gladiatorii dell’antica Roma: quelli avevano lo scopo di tenere buona la gente, arginare la violenza facendogli vedere spettacoli cruenti. Il calcio invece ha lo scopo di intorpidire le menti di chi, se invece pensasse a quello che dovrebbe, non permetterebbe i giochi loschi della casta politica. E purtroppo devo dire che ci riesce benissimo!

Tifosi, ecco il mio appello: SCIOPERATE VOI! Non considerate più il calcio, non seguitelo più! In questo modo abbasseranno gli abbonamenti a Sky, i biglietti dello stadio, gli stipendi dei calciatori e forse tutto quanto diventerà meno offensivo per chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese!

E’ come per i prezzi: ci si lamenta che sono troppo alti ma non si rinuncia mai a nulla. Cominciamo a limitare i consumi allo stretto necessario, mandiamo in crisi l’economia degli speculatori e riportiamo il mercato ad un livello sostenibile!

Ma tanto so già che non succederà mai niente del genere: nessuno è disposto a rinunciare all’ultimo modello di cellulare!

Qui e ora

Un famoso detto recita “anche il viaggio più lungo incomincia con un passo”.

Ma riflettendo: ogni passo è un piccolo viaggio e dunque ogni passo ci porta esattamente dove deve portarci. Quindi, ad ogni passo siamo esattamente dove dovevamo essere, quindi ogni passo ci porta alla nostra destinazione, quindi ovunque ci troviamo, siamo dove dovevamo essere!

Questo significa che qualunque sia la nostra destinazione ed il numero di passi che ci vogliono per raggiungerla, noi siamo sempre, ovunque ed in qualsiasi momento arrivati alla nostra destinazione!

Maestri

Un vero maestro sarà sempre, prima di tutto, un allievo.

Stamattina pensavo….

Pensavo… non so come mai sono arrivato a questi pensieri ma: che senso ha cercare a tutti i costi di prolungare la vita?
Bisognerebbe piuttosto puntare a migliorare la qualità della vita, non la durata. Che mi interessa di vivere fino a 110 anni se comunque devo diventare pazzo a trovare da mangiare perchè non ho i soldi?
E poi, se tutti vivessero fino a 110 anni, non ci staremmo più! La natura ci ha creati non per vivere così tanto. Non è un caso che già dopo i 40 si hanno acciacchi ogni giorno e più si va avanti più si peggiora. Io credo che l’uomo non sia fatto per superare i 50, massimo 60 anni e ogni sforzo per cambiare questa cosa è assurdo.
E poi, cos’ha questa vita da dover spingere ad esserci così attaccati? La vera vita non è qui!

I meccanismi che ha inventato la natura per controllare il nostro numero sono le malattie e gli incidenti. Quello che abbiamo inventato noi sono le guerre. E la cosa divertente è che si studia il modo di guarire tutte le malattie e di prolungare la vita, ma non quello di evitare le guerre. Che grande incongruenza!

E quindi? Non saprei proprio dire… di certo tutto questo focalizzarsi sui soldi ed i guadagni è solo una perversione che causa un peggioramento della vita della stragrande maggioranza delle persone: si, perchè così facendo si permette a pochi di straguadagnare (ben oltre quelli che sarebbero i loro legittimi bisogni anche per una vita superlussuosa e superagiata) ma per far questo qualcun altro deve rimetterci.

Ecco che allora si aumenta l’età pensionabile e si tolgono i giorni di festa. Arriveremo come in Giappone, che hanno 10 giorni di ferie all’anno? Salvo che poi si suicidino con una frequenza molto più alta che da noi. Oppure come negli USA, dove di giorni di ferie ne hanno forse 15 o 20 ma in compenso anziché suicidarsi fanno stragi…

E’ questa l’umanità?

un altro funerale…

sono stanco di seppellire persone della mia età o, peggio, più giovani… avessi 80 anni, o anche 70, sarebbe già più nell’ordine naturale delle cose ma così, a 48 anni no… non va…
E oggi Simone, che si va ad aggiungere a Patty, Paola, la moglie di Roberto e quella di Armando… e ad altri, già più tempo indietro.
E ogni volta riaffiora quel “mio” dolore, prepotente, cattivo. E con lui le mille domande senza risposta.

Già, quel “mio” dolore. Un dolore solo mio ma che è uguale a quello di tutti gli altri che hanno vissuto le stesse esperienze. Ma il mio problema è il “mio” dolore. Non mi lascia e forse non vorrei mai che mi lasciasse. Insieme all’amore che ancora provo, questo dolore è tutto quello che mi rimane della nostra storia, insieme anche ai bei ricordi e al ricordo di quegli sguardi colmi d’amore che ricevevo…

Ecco tutto, un altro giorno finirà e domani si ricomincerà… fino al prossimo funerale…

Un’amica oggi mi ha detto che Simone ha combattuto fino in fondo, diceva “la vincerò io questa guerra”. E se lo diceva lui, nella sua situazione, che diritto avrei io di dire che non vale la pena di combattere?
E infatti non lo dico: continuo a vivere, ma mentre prima mi lasciavo vivere ora proseguo a testa alta e sguardo in avanti, cercherò e studierò, capirò, forse, e qualcosa sarà.

Per il momento, un pensiero affettuoso per tutti quelli che ho perso…

Saluto a Simone…

Oggi, intorno alle 12 o poco prima, Simone ha smesso di soffrire.
Lo conoscevo da undici anni, da quando sono stato assunto in Alleanza e l’ho trovato come collega.
Ha combattuto un anno e tre mesi contro il cancro ma anche lui, come la mia Patty, come Paola, come tanti, troppi che ho conosciuto, non è riuscito ad avere la meglio.

So che probabilmente questo non lo leggerà nessuno ma mi sembra bello tributargli queste poche righe, insieme al link al suo blog, che ho scoperto oggi, nel quale ha riportato il suo percorso fin dove ha potuto:

http://scarabellablog.blogspot.com/

E voglio riportare un insegnamento:

Prima di svegliarci non sappiamo che quello che abbiamo sognato non esiste.
Prima di morire non possiamo sapere che la morte e’ la gioia più’ grande.

Il dolore è per chi rimane, non per chi parte.
A volte però penso che sono stufo di provare continuamente dolore, e non riesco a smettere di chiedermi il senso di tutto questo. Anche una solida fede o delle convinzioni precise non possono rispondere a quella domanda che risuona nella mente di tutti: perchè?

La cosa peggiore è che io non posso certo vantare una solida fede ma nemmeno convinzioni precise. Sono solo con me stesso, in balia di me stesso.

In questi casi mi scopro sempre a provare un pizzico di invidia per chi parte.

Ciao Simone, un caro saluto. E se incontri la mia Patty dille che io l’amo ancora!